05. Sept. 2009

La Regione Ticino

Gross rilancia: il Ticino sostenga Marty


Per il deputato socialista può essere l'unica 'chance' del Plr per salvare il secondo seggio. Tra i decani della deputazione socia­lista, Gross non ha dubbi: Marty sarebbe un cavallo vincente.

di Edy Bernasconi

Il consigliere nazionale socialista Andreas Gross lo aveva già sostenuto in una intervista apparsa sul Blick lo scorso 22 agosto e, dopo aver ribadito la medesima tesi in occasione della presentazione del suo ultimo libro, ora rilancia. Lo fa alla luce della scelta del gruppo parlamentare liberale radicale di correre, in vista della successione di Pascal Couchepin in Consiglio federale, con il ticket composto da Didier Burkhalter e Christian Lüscher.

Per lui, in Consiglio nazionale dal 1991 e capogruppo socialista nel Consiglio d'Europa, Dick Marty «è l'uomo giusto che permetterebbe ai radicali di battere Urs Schwaller. Avrebbe l'appoggio compatto della sinistra e dei Verdi e ha anche la possibilità di avere un certo sostegno all'interno del suo partito. Lüscher gode unicamente delle simpatie dell'Udc e Burkhalter, in un confronto finale con il consigliere agli Stati democristiano, rischia di essere un candidato troppo debole per conquistare molti voti all'esterno del suo partito. Mi meraviglia, dunque, che finora in Ticino nessuno abbia fatto il nome di Marty, soprattutto ora che Pelli è stato escluso dalla scena. Nella Svizzera interna, invece, a parlare del senatore ticinese non sono solo io. è stata una ipotesi che è stata fatta all'interno del gruppo socialista, non da me, già in agosto» spiega Andreas Gross e aggiunge: «Bisogna anche avere il coraggio di cambiare registro di fronte alla nomina di un consigliere federale e guardare, prima di tutto, alla qualità delle persone e non insistere unicamente sulle 'chance' elettorali d uno e dell'altro candidato. è il segno, secondo me, della crescente 'spoliticizzazione' dei partiti che è sempre più assecondata dai media. Si finisce pr privilegiare chi è capace di sorridere meglio e sa alzare la voce più degli altri. L'esatto contrario di Marty che incarna la modestia tipica delle sue origini protestanti».

Parliamo allora di Dick Marty: «È un politico che ha costruito la sua carriera sulla coerenza. Tutti glielo riconoscono, anche molti dei suoi avversari. A livello di esperienza è stato procuratore pubblico e consigliere di Stato. Ha inoltre acquisito una notevole competenza nel campo della politica estera. Oltre a conoscere le tre lingue nazionali si districa bene con l'inglese. A livello politico incarna poi la vera tradizione del radicalismo nella misura in cui sa coniugare esigenze dell'economia e responsabilità sociale. invece di limitarsi a tutelare gli interessi della finanza e dei grandi gruppi di interesse».

Quello che lei traccia è il profilo di un uomo di sinistra: «No, di un uomo d centro che siede alla sinistra di questo schieramento e non sulla sua destra, come è il caso di Pelli. L'epoca della concordanza, in Svizzera, è finita e l'elezione di Dick Marty consentirebbe di spostare l'asse del governo dal centro-destra al centro sinistra. è arrivato il momento nel quale anche il nostro paese deve compiere delle scelte in tal senso, se si vuole rafforzare quella governabilità che oggi è deficitaria».

Marty è anche un con-vinto europeista e ciò non piace a tutti, a cominciare dall'interno del suo partito: «Vero. èltrettanto certo che nei mandati di politica estera che ha svolto ha contribuito a migliorare l'immagine della Svizzera in Europa e nel mondo ed è ciò di cui la Nazione ha assolutamente bisogno». Andreas Gross ha sempre sostenuto che Fulvio Pelli non avrebbe avuto alcuna 'chance' di essere scelto. È invece ottimista su Dick Marty: «Sì, anche se affrontiamo il discorso dal profilo delle minoranze. Marty è un ticinese con forti radici romande. È più romando lui di Schwaller, ad esempio. Anche questo è un 'atout' che potrebbe contare. è anche vero che ha sessantquattro anni. Ha comunque la possibilità di restare in carica per cinque o sei anni e svolgere un buon lavoro in attesa che i possibili successori si facciano le ossa, ad esempio che Broulis impari il tedesco. Ci vuole però qualcuno che lo candidi, anche in forma semiufficiale, meglio se dal Ticino».


Kontakt mit Andreas Gross



Nach oben

Zurück zur Artikelübersicht