6. Mai 2017

La Regione

Mosaik No. 26 LQJ

La democratizzazione dell'Europa è cominciata


Domani sera ci saranno molti perdenti in Francia. Ma un vincitore che conosciamo oggi: l'Europa. Mai prima d'ora l'Europa era talmente al centro della campagna elettorale di un membro importante dell'UE come nelle elezioni presidenziali fran­cesi. E mai le elezioni presidenziali francesi era diventata una questione europea. Per settimane, Parigi è il centro dell'attenzione di 550 milioni di europei: dalla la Finlandia al Por­togallo, da Atene a Glasgow. Anche l'amburghese Spiegel ha notato: «improvvisamente si forma in Europa qualcosa senza il quale non si possono formare il pensiero comune ed il comune sentire un tratto: un pubblico dibattito comune, sovranazionale.»

Marine Le Pen aveva presentato, due settimane fa, il caso referendum. Pensava di poter trasformare il secondo turno come un referendum tra apertura e preclusione, tra l'Europa No e l'Europa Sì, tra sovranismo e internazionalismo. Ma la maggioranza dei francesi non è caduto nella trappola. Emmanuel Macron ha sventato settimane fa questa falsa po­la­rizzazione, quando ha detto: «Abbiamo confuso sovranismo e na­zio­na­lis­mo. Io dico: i veri sovranisti sono europeisti; L'Europa è la nostra occa­sio­ne per riconquistare la nostra piena sovranità. (...) La sovranità, il libero esercizio da un popolo delle sue scelte collettive sul suo territorio. Ed essere sovrani consiste nell'essere in grado di agire in modo efficace.» L'Europa appartiene ai vincitori di domani, perché sempre più persone non solo in tutta la Francia imparano in questi giorni ad evitare questa trappola del modo di pensare pensare, ed evitano di caderci.

L'impulso principale per il dibattito sulla riforma UE lo ha dato la nuova stella costituita dal grande libro il Capitale al XX secolo, con non meno di 3 milioni di copie vendute negli ultimi tre anni nel mondo- dell'economista Parigino Thomas Piketty. Piketty uno dei pochi economisti che sono con­sa­pevoli: «Se si vuole mettere la giustizia fiscale e sociale nella costru­zio­ne europea, occorre modificare le regole attuali, occorre democratiz­zar­le». Piketty con tre colleghi ha pubblicato per la campagna elettorale un opuscolo (Per un trattato di democratizzazione dell'Europa, Seuil, 9 FRS 90p), che vuole trasferire le competenze dei ministri delle finanze dei paesi della zona euro a un gruppo di parlamentari di tutti i paesi della zona euro. Il candidato sfortunato del partito socialista Benoit Hamon ha raccolto la spinta di Piketty a spinto e per tre mesi il tema in ogni angolo della Francia tanto che ora Emmanuel Macron sostiene questo progetto.

Ma il dibattito sulla riforma e democratizzazione dell'UE va avanti e ha varcato i confini della Francia. Pertanto, esso si colloca già tra i vincitori di queste elezioni francesi. L'opuscolo di Piketty è stato distribuito con l'ultimo numero della Domenica del Corriere della Sera, e sarà anche pubblicato nelle prossime settimane in Spagna e Germania sarà tradotto in portoghese, olandese e catalano. Piketty in un'intervista a Libération, «Io non sono pronto a smettere di discutere della democrazia europea. Senza una riforma del progetto europeo Marine Le Pen continuerà a prosperare».

Traductione di Lionello Zaquini




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