15. Juni 2011
Ticinosette
La Ragione
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Non dovremmo continuare a vedere l’economia che ricatta gli stati nazionali
La campagna elettorale è partita con la previsione che a vincere sarà la destra. A sinistra, il PS perderà ancora qualcosa e i Verdi rimarranno stabili. In quale misura la crisi della sinistra in Svizzera è legata o condizionata dalla crisi generale della sinistra in Europa?
Condivido questo pessimismo politico generale, ma penso che i socialisti potrebbero ancora far molto per evitare un cattivo risultato alle prossime elezioni. Dovremmo discutere in modo molto attivo sulla “crisi della politica”, che si riflette nel generale senso di impotenza di molti, come pure nel disagio che molti esprimono con il loro allontanamento dalla politica. A tutto questo appartiene anche il risoluto opporsi contro la politica della paura ed il nazionalismo dell’Udc. Tutti i candidati e le candidate del PS al Consiglio nazionale ed al Consiglio degli Stati dovrebbero discutere con almeno 200 persone per tre mesi, ogni giorno, e così correggere le idee sbagliate che queste coltivano sul PS e per mostrar loro che è meglio votare PS che restare a casa e lasciare il parlamento a coloro che antepongono intereressi particolari privilegiati al bene comune ed al civismo.
Ma la sua domanda di fondo mi stimola a proseguire. La crisi della sinistra in Europa e la crisi del PS svizzero hanno in realtà un nucleo comune, che si situa nell’autonomia dello stato in notevole diminuzione, nella connessa democrazia indebolita e nell’altrettanto connesso dominio sempre più forte del capitale, dei mercati e dell’economia in generale. Dati questi sviluppi, a soffrirne è soprattutto la sinistra. Senza una democrazia forte, la sinistra diventa sempre più debole. A questo si potrà porre rimedio soltanto se riusciremo ad estendere la democrazia anche sul piano transnazionale europeo e così ripristinare il primato della politica, cosa con cui potremmo anche ricivilizzare i mercati nell’interesse generale, costringerli ad averne considerazione, e non dovremmo continuare a vedere l’economia che ricatta gli stati nazionali.
Perché in Svizzera le classi popolari, formate tradizionalmente da elettori di sinistra, ora hanno sempre più la tendenza a votare per l’Udc? Che cosa sta sbagliando il Ps?
In Svizzera questo è certamente il problema principale. I meno privilegiati oggi eleggono al parlamento i politici dell’UDC, i quali vi rappresentano in primo luogo gli interessi dei privilegiati. Questo sbaglio collettivo è dovuto a diversi motivi. In primo luogo, mediante la paura ingiustificata davanti allo ed agli stranieri l’UDC intende legare a sé molti semplici cittadini, i quali non conoscono affatto chi in realtà sostengono e che cosa esattamente fa costui. Questa politica fatta con la paura è come una cortina che nasconde e confonde i veri comportamenti dell’UDC. In secondo luogo, esiste al momento, soprattutto nella Svizzera tedesca, un’opinione pubblica politica che non indaga e non critica questa manipolazione, ma addirittura la facilita: quando i media inseguono lo scoop, personalizzano e cercano solo l’effetto immediato, non fanno altro che rivolgere l’attenzione nella direzione sbagliata. In terzo luogo, la democrazia svizzera difetta della necessaria infrastruttura, per cui essa diventa sempre più debole, non può adempiere il suo compito costituzionale e lascia soli molti cittadini disorientati: i partiti non hanno i mezzi per fare correttamente il proprio lavoro; la formazione politica è per così dire inesistente, la politica è colonializzata ed occupata da gruppi d’interessi particolari, i parlamentari non possono svolgere bene il loro compito: in considerazione di un tale vento contrario, il PS non può che dispiegare poca forza ed ottenere uno debole effetto.
Per fare una politica di sinistra di successo, qual è la proporzione tra ecologia e socialità che oggi si dovrebbe rispettare?
A mio parere, il problema non è il profilo politico del PS: abbiamo capito che l’economia, l’ecologia, la politica previdenziale e una politica liberale della società appartengono ad un giusto e buon insieme, come il sole, i laghi, le valli, o Lugano, Bellinzona e Locarno appartengono al Ticino. Da noi, anche la proporzione tra questi punti chiave è equilibrata; e sappiamo, a differenza per esempio dei presunti “liberali verdi”, che non ha mai riguardo per la natura chi socialmente e nel proprio ambiente di lavoro si sente trattato senza riguardo. Il nostro problema non è il nostro programma politico, ma piuttosto, come già detto, la nostra incapacità di spiegare alle persone ciò che realmente facciamo, perché riusciamo ad imporci troppo poco e perché non dovrebbero lasciarsi ingannare da partiti che gestiscono soltanto i problemi, invece di affrontarne realmente le cause ed avviarli così a soluzione.
Il Partito ecologista svizzero (i Verdi) è diventato troppo ingombrante a sinistra, o il Ps fa una politica troppo timida in difesa dell’ambiente e della qualità di vita?
Avendo punti programmatici e finalità molto simili, Verdi e socialisti sono concorrenti. A seconda del luogo e della generazione, si presentano a volte in modo diverso o hanno una diversa composizione sociale. Ma ambedue dovrebbero occuparsi meno di se stessi, e cercare piuttosto di rivolgersi a coloro che erroneamente pensano che la politica non li riguarda o che si lasciano sedurre dai partiti borghesi, i quali fanno solo credere di rappresentare interessi e bisogni di chi ha meno denaro e vive dei frutti del proprio lavoro.
Tra ecologismo e populismo, qual è in Svizzera il pericolo maggiore per la sinistra e il Ps?
Le sfide ecologiche non sono un pericolo per il PS, ma un compito che sappiamo sbrigare e di cui possiamo essere all’altezza. Veramente pericoloso è il populismo, con tutta la sua demagogia, le sue semplificazioni, i suoi inganni, che addormenta tutti coloro che hanno o si prendono troppo poco tempo per riflettere davvero sui problemi reali, per discutere con gli amici ed ascoltarne le opinioni, invece di cadere vittime del discorso populistico. Ma ancor più pericoloso è in questo momento il nazionalismo nuovamente avvertibile in tutti i Paesi ed in molti cantoni (un’altra manifestazione della crisi della nostra democrazia), il quale fa credere alle persone che da soli si possa risolvere un qualsiasi problema importante meglio che con gli altri, anche con gli altri al di là dei confini nazionali. Anche questo nazionalismo dobbiamo combattere, e possiamo farlo con successo soltanto se riusciremo a costruire un’Europa più democratica e federalistica, che dia alla necessaria cooperazione transnazionale la forma opportuna, con la quale i cittadini possano trovarsi bene e non abbiano l’impressione di essere soli e abbandonati. Anche questa impressione è veleno per il PS ed è uno dei motivi per cui oggi la nostra democrazia non sta così bene.
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Nachstehend die deutsche Übersetzung des Interviews.
Der Wahlkampf beginnt mit der Voraussicht, dass die Rechte sich durchsetzen wird. Die SP wird noch etwas an Boden verlieren und die Grünen werden ihre Position halten. Wie stark ist die Krise der Linken in der Schweiz von der allgemeinen Krise der Linke in Europa konditioniert?
Ich teile zwar ihren allgemeinen politischen Pessimismus, denke aber doch, dass die Sozialdemokraten noch viel tun könnten, um ein schlechtes Abschneiden bei den kommenden Wahlen zu vermeiden. Wir müssten sehr offensiv die Krise der Politik thematisieren, welche sich in den allgemeinen Ohnmachtsgefühlen vieler äussert, ebenso in deren Abwendung von der Politik dem Unbehagen die viele äussern. Dazu gehört auch das entschiedene Entgegentreten gegen die Politik der Angst der SVP und deren Nationalismus. Darüber müssen alle SP-National- und Ständeratskandidatinnen drei Monate lang jeden Tag mit mindestens 200 Menschen ins Gespräch kommen und so die Irrtümer korrigieren, die diese über die SP hegen, ebenso wie ihnen zeigen, dass es besser ist SP zu wählen als zu Hause zu bleiben und jenen das Parlament zu überlassen, welche privilegierte Sonderinteressen dem Allgemeinwohl und dem Gemeinsinn vorziehen.
Doch ihre Grundsatzfrage hilft uns tatsächlich weiter. Die Krise der Linken in Europa und die Krise der schweizerischen SP haben tatsächlich einen gemeinsamen Kern: Der liegt in der massiv abnehmenden Autonomie des Staates, der damit verbundenen schwächer werden Demokratie und der ebenso damit verknüpften immer stärker werdenden Herrschaft des Kapitals, der Märkte und der Wirtschaft ganz allgemein. Unter diesen Entwicklungen leidet die Linke am meisten. Ohne starke Demokratie wird die Linke immer schwächer. Das lässt sich nur beheben, wenn es uns gelingt, die Demokratie auch auf transnationaler, europäischer Ebene zu verfassen und so das Primat der Politik wieder herstellen, womit wir auch die Märkte wieder im Allgemeininteresse zivilisieren, zur Rücksicht zwingen, könnten und nicht länger zusehen müssten, wie die Wirtschaft die Nationalstaaten erpresst.
Warum neigen in der Schweiz die Volksklassen, die traditionell aus Linkswählern bestehen, immer mehr dazu, die SVP zu wählen?
Das ist in der Schweiz ganz gewiss das zentrale Problem. Wenig Privilegierte wählen heute mit der SVP Leute ins Parlament, welche dort primär die Interessen der Privilegierten vertreten. Diesem kollektiven Irrtum liegen viele Gründe zugrunde. Erstens versteht es die SVP mittels der unberechtigten Angst vor dem und den Fremden, viele einfachen Bürger an sich zu binden, die dann gar nicht erkennen, wen sie da eigentlich unterstützen und was diese genau tun. Diese Politik mit der Angst ist wie ein spanischer Vorhang der SVP, welche ihre wirklichen Taten verdeckt und vernebelt. Zweitens besteht vor allem in der deutschen Schweiz derzeit eine politische Öffentlichkeit, welche diese Manipulation nicht hinterfragt und kritisiert, sondern sogar noch begünstigt: Wenn immer Medien nur noch skandalisieren, personalisieren und auf schnelle Effekte aus sind, dann fördern sie diese Fehlleitung der Aufmerksamkeit. Drittens fehlt der Schweizer Demokratie die notwendige Infrastruktur, so dass sie immer schwächer wird, ihren Verfassungsauftrag nicht erfüllen kann und viele einfache Bürger orientierungslos allein lässt: Die Parteien haben die Mittel nicht, ihren Job anständig zu machen; die politische Bildung ist gleichsam inexistent, die Politik ist kolonialisiert und von Sonderinteressengruppen besetzt, die Parlamentarier können ihren Job nicht richtig tun: Angesichts eines solchen Gegenwindes, kann die SP viel zu wenig Kraft entfalten und Wirkung erzielen.
Um eine linke Erfolgspolitik zu betreiben, welches Verhältnis muss man heute zwischen Umweltschutz, Lebensqualität und Sozialpollitik einhalten?
Das sachpolitische Profil der SP ist meines Erachtens überhaupt nicht das Problem: Wir haben begriffen, dass Ökonomie, Ökologie , Sozialpolitik und eine liberale Gesellschaftspolitik zu einem richtigen guten Ganzen gehören wie die Sonne, die Seen, die Täler sowie Lugano, Bellinzona und Locarno zum Tessin. Bei uns stimmt auch das Verhältnis zwischen diesen Schwerpunkten und wir wissen im Unterschied beispielsweise zu den vermeintlich "Grünliberalen", dass auf die Natur niemals Rücksicht nimmt, wer sich selber in seiner Arbeitswelt und sozial rücksichtslos behandelt fühlt. Unser Problem ist nicht die Sachpolitik, sondern vielmehr wie oben angesprochen unsere Unfähigkeit, genug Menschen deutlich zu machen, was wir wirklich tun, weshalb wir uns zu wenig durchsetzen können und weshalb sie sich nicht irreführen sollten von Parteien, die nur Probleme bewirtschaften statt ihre Ursachen wirklich anzugehen und so die Problemlösung einzuleiten.
Sind die Grünen im Linkslager zu sperrig geworden? Oder politisiert die SP die Umwelt- und Lebensqualität betreffend zu schüchtern?
Grüne und SPler sind Konkurrenten mit sehr ähnlichen Schwerpunkten und Zielsetzungen. Je nach Ort und Generation funktionieren sie manchmal etwas anders oder haben unterschiedliche soziale Zusammensetzungen. Sie sollten sich beide weniger mit sich beschäftigen, sondern viel mehr versuchen, jene anzusprechen, die fälschlicherweise meinen, die Politik gehe sie nichts an oder sich von bürgerlichen Parteien verführen lassen, die nur vorgeben, die Interessen und Bedürfnisse jener zu vertreten, die wenig Geld haben und von den Früchten ihrer Arbeit leben.
Worin besteht in der Schweiz die höhere Gefahr für die Linke und die SP: Ökologie oder Populismus?
Die ökologischen Herausforderungen sind für die SP keine Gefahr, sondern eine Aufgabe, die wir zu bewältigen wissen und der wir gerecht werden können. Wirklich gefährlich ist der Populismus, mit all seiner Demagogie, seiner Simplifizierungen, seine Irreführungen, der all jene einlullt, welche zu wenig Zeit haben und sich zu wenig Zeit nehmen, über die wirklichen Probleme wirklich nachzudenken, mit Freunden zu diskutieren und so deren Gründe auf die Spur kommen statt dem populistischen Diskurs zum Opfer zu fallen. Noch gefährlicher ist derzeit aber der wieder in allen Ländern und vielen Kantonen wieder spürbare Nationalismus - ein anderer Ausdruck der Krise unserer Demokratie - welcher den Menschen vorgaukelt, man könne irgend ein wesentliches Problem alleine besser lösen als mit den anderen, auch den anderen jenseits der Landesgrenzen. Diesen Nationalismus müssen wir ebenso bekämpfen und das können wir nur dann erfolgreich tun, wenn es uns gelingt ein demokratischeres und föderalistisches Europa zu bauen, das der notwendigen transnationalen Zusammenarbeit die entsprechende Form gibt, mittels der sich die Bürger zu recht finden können und nicht den Eindruck haben, alleine und verlassen zu sein. Auch dieser Eindruck ist Gift für die SP und einer der Gründe, weshalb es uns und der Demokratie heute so schlecht geht.
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Andreas Gross
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